Quando parliamo di nomadi digitali Bali è una delle mete più associate al fenomeno, sono moltissimi i liberi professionisti e i dipendenti da remoto che scelgono di recarsi li miscelando il lavoro all’esplorazione.
La piccola isola incarna un paradiso terrestre fatto di frangipani, coste nere, riti antichi, profumi d’incenso, templi sul mare, fiori intrecciati e pace. Per non parlare dei prezzi, tanto bassi da sorprendere chiunque.
Non è un caso, infatti, che per i nomadi digitali Bali sia diventata la meta più scelta, o comunque fra le più scelte a livello mondiale. Noi stessi ce ne siamo innamorati talmente tanto da volerci tornare non appena l’avevamo lasciata.

Sebbene in Italia il movimento dei nomadi digitali non sia ancora nella mentalità collettiva, oggi sempre più persone scelgono di lavorare e viaggiare contemporaneamente. Nel nostro piccolo, essendo in movimento da diversi anni, abbiamo voluto mettere a disposizione le nostre conoscenze informando coloro che vogliono compiere i primi passi in questo ramo del mondo lavorativo. Abbiamo infatti creato una rubrica dedicata ai nomadi digitali, con i mestieri più gettonati, i consigli per iniziare, come risparmiare in viaggio e altre informazioni utili.
Anche per coloro che non sono nomadi digitali Bali rappresenta una meta interessantissima e particolarmente affascinante; immagina il viverci per un lungo periodo: rimane una meta ambita o ci sono altri aspetti che generalmente non si conoscono?
Abbiamo chiesto a Gianluca Gotto, web-writer e fondatore dal sito MangiaViviViaggia, nonché autore di due libri di recente uscita e nomade digitale che ha trovato a Bali la sua dimensione.
Bali e i nomadi digitali – Gianluca Gotto si racconta
“Gianluca, raccontaci un po’ di te. Come sei diventato un nomade digitale e di cosa ti occupi?”
“Sono diventato un nomade digitale dopo aver vissuto due esperienze all’estero molto intense e formative, prima in Australia e poi in Canada. In entrambi i paesi ero arrivato con poche certezze, poco denaro, tanti sogni e tanta voglia di fare.
Ho svolto innumerevoli lavori “normali”, dal cameriere all’aiuto cuoco, dall’operaio al panificatore, finché mi sono reso conto che ciò che più desideravo era la libertà.
Quasi come se si fosse innescato un effetto domino di positività, partendo da quel desiderio ho deciso di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro (diventando articolista per siti web) e al tempo stesso nella possibilità di vivere viaggiando.
Oggi mi occupo sempre di articoli, ma soprattutto per il mio blog, Mangia Vivi Viaggia. Nell’ultimo anno e mezzo ho pubblicato due libri: “Le coordinate della felicità” (auto-pubblicato) in cui racconto il mio percorso di vita, e “Come una notte a Bali” (Mondadori), un romanzo dedicato ai sognatori, ai viaggiatori e agli innamorati.”
“Sappiamo che sei molto legato a Bali, ne hai parlato nel primo libro e ci hai pure ambientato la storia del secondo. Perché hai scelto Bali nei tuoi movimenti di nomade digitale?”
“Bali è uno dei posti che chiamo “casa” per molti motivi, uno in particolare: i sorrisi della sua gente, sempre così pacifica, serena e positiva.
Inconsapevolmente, loro hanno giocato un ruolo chiave nel mio “innamoramento”, anche perché vengo da una città (Torino) dove di sorrisi ne ho sempre visti pochissimi, quasi come se il grigio dei palazzi fosse entrato anche nel cuore delle persone.

Di Bali amo anche i luoghi, da quelli più conosciuti ai più intimi e nascosti: cascate, vulcani, spiagge, oceani, foreste… a Bali la Natura è dominante (nonostante il turismo di massa). Questo per me è fondamentale, perché durante le mie giornate per lavoro passo molte ore al computer e quando stacco sento la necessità di ritrovare la meravigliosa connessione con la Natura.“
“Per i nomadi digitali Bali è diventato un centro nevralgico. Secondo te cosa offre in più rispetto ad altri posti? Quali sono i pro e i contro di vivere a Bali?”
“Bali è una delle capitali mondiali del nomadismo digitale, e non è un caso. Dal punto di vista tecnico, si trovano ottime connessioni ad internet lungo tutta l’isola, migliori di quelle che ad esempio trovi alle Canarie (altra meta molto gettonata per i nomadi digitali).
Il clima di Bali aiuta anche, perché è ottimo, si gira in infradito e canottiera tutto l’anno. La vita costa il giusto, altro fattore chiave. Scrivo “il giusto” e non “poco” semplicemente perché secondo me il costo della vita delle nostre città occidentali è semplicemente folle. Non è basso quello dell’Asia, è alto il nostro.
Infine, ci sono davvero tantissime possibilità di conoscere altri nomadi digitali vista la presenza massiccia di bar e ristoranti dedicati a chi lavora da remoto, oltre a veri e propri co-working space.
Questo aspetto non è da poco per chi sceglie uno stile di vita alternativo come quello del nomade digitale: la solitudine è parte del processo (come in ogni atto di ribellione a ciò che è considerato “normale” dalle masse) e poter conoscere altre persone che hanno avuto lo stesso percorso professionale e personale è davvero importante sotto molti punti di vista.”
“Tuttavia ci sono anche dei contro del vivere a Bali. In primis i visti: se non hai la residenza, ogni due mesi devi lasciare l’Indonesia (per ottenere altri 60 giorni di rinnovo al rientro). Per alcuni può essere fastidioso, a me non dispiace in quanto lo prendo come scusa per esplorare e mi consente di vedere a rotazione sempre posti nuovi.
La lontananza dall’Italia ovviamente si fa sentire per chi ha legami affettivi o professionali, ci sono sette ore di differenza e non si tratta solo dell’orologio, ma dei ritmi della vita in sé. Anche in questo caso, per me non è un grande problema, anzi: quando mi sveglio al mattino è notte fonda in Italia e quindi ho la sensazione di essere in anticipo e avere un vantaggio. Posso quindi scegliere anche di non lavorare al mattino e fare tutto al pomeriggio.
Un altro contro è la stagione dei monsoni. In quel periodo (dicembre-gennaio) piove davvero di continuo.
Non ci sono altri contro nel vivere a Bali, almeno per me. È considerata iper-turistica e affollata ma la verità è che certi luoghi sono semplicemente meravigliosi ed è proprio quello il motivo per cui attraggono così tante persone. Nessun trucco, Bali è davvero fantastica! 😊”
“La ricerca degli alloggi nei vari spostamenti è un punto fondamentale per un nomade digitale. Come ti organizzi in questo senso quando sei a Bali?”
“In questi anni ho alloggiato sia nelle guesthouse sia in appartamenti privati, ma preferisco la prima opzione. Le guesthouse sono strutture gestite da famiglie nelle quali hai a disposizione un bungalow o una stanza, ma vivi a stretto contatto con i proprietari. Ho avuto la fortuna di trovare una famiglia splendida ad Ubud e mi fermo sempre da loro, anche per supportare l’economia locale senza passare da intermediari.”

“Raccontaci la tua giornata tipo quando sei in Indonesia. Come si muove un nomade digitale a Bali?”
“La mia giornata tipo è sveglia alle 06:30, passeggiata al mercato di Ubud per comprare un po’ di frutta (è deliziosa in Indonesia, nonché diversa in quanto tropicale), colazione alla guesthouse e lavoro fino alle 12:30. Cerco sempre di finire tutto prima di pranzo, così da avere tutto il pomeriggio e la sera liberi.
A Ubud c’è sempre qualcosa di nuovo e intrigante da fare, persone da incontrare, luoghi da scoprire. Negli anni ho partecipato ad eventi dedicati ai nomadi digitali, cooking-classes, lezioni di meditazione, mostre d’arte, concerti e ho anche avuto il piacere di conversare con viaggiatori, indovini, colleghi scrittori, guaritori e tanti sognatori.”
“Molte persone sono attratte da questo stile di vita ma si chiedono: quale lavoro svolgere? Perché è bello immaginarsi a lavorare viaggiando ma per trasformare questo sogno in realtà bisogna fare dei passi. Cosa consigli a chi aspira a diventare nomade digitale?”
“La primissima cosa da fare è prendere carta e penna e buttare giù un po’ di idee. Non c’è un percorso prestabilito, ognuno deve crearsi il proprio. Intanto è necessario capire cosa si è in grado di fare e cosa si vuole (davvero) fare. Io consiglio di fare una lista di competenze e obiettivi e poi trovare i punti in comune.
Ad esempio, se una persona sa scrivere e vorrebbe poter lavorare con la scrittura, allora quella potrebbe essere una strada da percorrere. Al contrario, se una persona sa programmare ma odia farlo e vorrebbe scrivere, deve risolvere il conflitto oppure imparare a fare bene ciò che desidera fare.
Una volta individuata la tipologia di lavoro (web writer, graphic designer, esperto di Facebook ads, assistente virtuale etc) sono convinto che ci siano due azioni da intraprendere: studiare e agire.
Studiare significa diventare esperti nel settore in cui si vuole operare come nomade digitale. La formazione è fondamentale! Esistono tantissime risorse che possono aiutare a prepararsi autonomamente e tanti corsi validi che ti aiutano ad intraprendere il percorso migliore per realizzare i propri sogni, ma bisogna attivamente fare qualcosa.
Il passo successivo infatti è agire! Non mantenere tutto teorico ma iniziare a far pratica e mettersi in gioco. Dopo aver creato solide basi a livello di competenze, c’è solo da buttarsi. Mai avere paura di un no, l’unica strada è proporsi per lavorare.
C’è un dibattito infinito nella comunità dei nomadi digitali sul lavorare senza compenso. Io la penso così: puoi anche lavorare “gratuitamente” se in cambio del tuo lavoro ricevi una formazione. Per me fu così: scrissi centinaia di articoli senza compenso ma solo così imparai a scoprire e utilizzare tutti gli strumenti del web-writing.
Studia, agisci e proponiti per lavorare: questi sono i miei 3 macro-step.”
“Gianluca, tu fai molti viaggi e questo come sappiamo comporta sempre scelte ponderate e qualche sacrificio economico, molti non sanno mai bene come fare per contenere le spese; ci daresti un tuo personale consiglio per risparmiare come nomade digitale mentre si è in movimento?“
“Parli spesso del minimalismo, uno stile di vita che hai abbracciato da quando hai cominciato a girare il mondo: in cosa consiste?”
“Il Minimalismo è una filosofia che mi ha cambiato la vita, in meglio. Mi ha mostrato quanti strati di inutili cose, pensieri, relazioni, abitudini e situazioni ricoprono la nostra quotidianità. Sono fermamente convinto che prendersi cura dell’essenziale, eliminando il superfluo, sia davvero un ottimo modo per riprendere in mano la propria vita, altrimenti troppo “piena” di fastidi e distrazioni.
Sinceramente credo che ogni viaggio con lo zaino in spalla sia minimalista: non puoi caricarti le spalle di pesi inutili, per goderti l’esperienza devi essere leggero. Io ho preso questa verità e l’ho applicata alla mia vita, rivoluzionandola in meno.

Ho tre consigli per risparmiare viaggiando: il primo è proprio quello di minimizzare. Evita il superfluo e portare con te solo l’essenziale. Personalmente non compro souvenir perché credo che i migliori souvenir siano i ricordi; questo potrebbe essere uno spunto.
Il secondo consiglio è viaggiare lentamente. Se puoi restare a lungo in un posto, spendi molto meno e trovi modi sempre più economici per viaggiare in quella zona parlando con la gente del luogo e informandoti a dovere (cosa che una persona che visita velocemente non può fare).
Il terzo consiglio è quello di essere viaggiatori, nei gesti, nel comportamento, nel confronto. Non visitare un paese con l’intenzione di “consumarlo” e poi tornare a casa, immergiti nella cultura del luogo con il massimo rispetto. Vivere come un local è uno dei “comandamenti del viaggiatore”, è low cost ed è anche un ottimo modo per imparare a viaggiare davvero, col cuore e la mente aperti al mondo.”
Se fossi parte dei nomadi digitali Bali sarebbe una delle tue prossime scelte?
Grazie all’esperienza di Gianluca abbiamo compreso ancor di più cosa potrebbe significare vivere un’esperienza di più lunga come nomadi digitali a Bali. L’isola è un magnete, e siamo sicuri nel prossimo futuro sceglierai di visitarla (o di tornarci come facciamo periodicamente anche noi).
Nel video sotto ti raccontiamo una delle parti più belle dell’isola! Iscriviti al canale per non perdere gli altri video!
Negli articoli dedicati trovi spunti su cosa vedere a Bali e sulle attrazioni imperdibili dell’isola, speriamo ti siano utili per il tuo prossimo viaggio!
Ricorda che in Indonesia non c’è l’euro, motivo per cui quando usi i comuni bancomat italiani ti viene addebitata la commissione sul tasso di cambio. Siamo riusciti ad evitare questi tassi (applicati in tutti i Paesi in cui la moneta è differente dall’euro), solo grazie alla N26, la carta prepagata gratuita che permette di pagare al netto delle commissioni, come se avessi la valuta locale! La ottieni gratuitamente e non ha costi di manutenzione (per sempre).
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Non ti rimane che prepararti per uno dei luoghi più affascinanti al mondo!!
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L’intervista è stata curata da Veronica Gennaro, per la rubrica “Nomadi Digitali”