Ci sono Paesi nel mondo che ti stupiscono, che ti incantano, che ti fanno sognare e venir voglia di tornarci all’infinito; e poi ci sono i Paesi che oltre al fare tutto questo, ti insegnano qualcosa. Un viaggio in Marocco, un’amicizia fuori dal comune e un modo di viaggiare fatto di curiosità a volte possono essere il mix perfetto per un’esperienza che ti cambia, che ti fa riflettere e tornare a casa con un groviglio di forti emozioni da sbrogliare.
È quello che è successo a Samantha, una ragazza di 27 anni cresciuta in un piccolo paesino tra Padova e Vicenza. È cresciuta circondata dalla natura, in fattoria fatta di campi, mucche e qualche gallina ribelle; uno dei vantaggi di avere un papà agricoltore! 😄
“Sarà stata forse anche questa tranquillità”, ci racconta, “a farmi venire una voglia di matta di viaggiare, anche se, devo dire, i viaggi in famiglia non sono mai mancati”.
Ci siamo imbattuti nell’esperienza di Samantha mentre riflettevamo sulla bellezza e la complessità di un viaggio in Marocco, qualcosa che potrebbe sembrare facile ma che conduce in maniera quasi naturale al forte confronto e alla riflessione.
Abbiamo quindi chiesto a Samantha di raccontarci la sua esperienza perché abbiamo ritenuto che abbia qualcosa di prezioso da trasmettere, valori a cui teniamo e spunti di riflessione.
Abbiamo già raccontato storie di viaggi e di esperienze in giro per il mondo, probabilmente ricorderai l’India di Alberto o la Cina di Claudio. In particolare Samantha ci racconta di un’amicizia speciale nata durante il suo viaggio in Marocco, e di come l’essere umano possa davvero essere unito se vuole.

Samantha si racconta – Cosa può dare un viaggio in Marocco
“Mi ritengo un inguaribile spirito libero, cerco sempre di (in)seguire le mie passioni, come il giorno in cui ho deciso di studiare Fotografia. Dopo aver vissuto qualche anno a Milano, sono tornata nella mia piccola Vicenza e ho iniziato a lavorare nel mondo della Comunicazione e del Marketing come Social Media Specialist, dando a me stessa lo stimolo per concretizzare un progetto tanto sognato: il mio Blog di Viaggi e LifeStyle (ad oggi ancora in cantiere, on line a breve).
Da allora ho cominciato a pensare un po’ a me stessa e a ricavarmi un pizzico di gioia in più da condividere con il mondo là fuori, parlando dei miei viaggi e degli angoli nascosti che cerco ovunque, per i quali nutro una vera e propria adorazione. Sono innamorata di Milano e Parigi, adoro Vicenza, ma con lei ho una relazione complicata”.
“Cosa significa per te il viaggio? Cosa cerchi nei tuoi viaggi?”
“Il viaggio per me è una ventata d’aria fresca, trovo meraviglioso il modo in cui viaggiare mi solleva quando sono giù di morale o quando sento che ho bisogno di nuovi stimoli.
Sono una persona curiosa ed intraprendente, per questo amo scoprire nuove culture, nuovi cibi, nuovi scorci (soprattutto quelli meno turistici, se possibile) e incontrare nuove persone.
Mi ritengo una viaggiatrice Nomade, mi piacciono le comodità, certo, ma apprezzo molto di più addentrarmi nella vera anima di un luogo.
Per questo motivo spesso gironzolo senza troppe mete, mi piace perdermi, parlare con le persone che incontro e adattarmi a diverse situazioni.
Uno dei miei sogni più grandi è organizzare un viaggio in solitaria: penso sia un ottimo modo per scoprire sé stessi e mettersi alla prova (e magari perfezionare il proprio senso dell’orientamento, sono negata!).
Due dei Paesi che mi hanno fatto entrare pienamente in questo mood sono stati il Portogallo e il Marocco. In Portogallo abbiamo percorso tutta la costa da Porto a Lisbona in auto e per puro caso siamo stati accolti da una famiglia di contadini come dei veri e propri figli. Abbiamo cenato con loro, dormito nella loro casa, giocato con i loro bambini e abbiamo addirittura imparato un po’ di Portoghese. È stato bellissimo, uno di quei momenti di un viaggio che ti rimangono per sempre, nati appunto dal confronto.
A Marrakech invece abbiamo avuto la fortuna di conoscere Said, un ragazzo Marocchino che ci ha raccontato il suo Paese e quanto sia difficile viverci, il quale, malgrado la sua povertà, non si è perso d’animo e ha addirittura offerto il suo aiuto con estrema gentilezza e onestà (e sempre con il sorriso stampato in faccia!)”.

“Perché hai scelto di fare un viaggio in Marocco?”
“Il Marocco l’avevo sempre visto solo in foto, sono sempre stata attratta dai suoi colori, da quelle persone che per la maggior parte vivono in condizioni povere eppur felici, dai mille mercati, dalle spezie, dalle luci e da tutti gli oggetti caratteristici ammucchiati in un angolo del Souk.
Il Marocco ha una cultura completamente diversa dalla nostra, molto più restrittiva e poco permissiva; ero incuriosita e determinata a saperne di più. Grazie a Said e al mio viaggio in Marocco ho acquisito una visione molto più chiara della realtà di questi luoghi, che mi ha portato a nutrire una consapevolezza ed un rispetto verso questo Paese molto alti.”

“Ci vuoi raccontare dell’amicizia con Said?”
“Said ha 28 anni ed è una persona squisita. L’abbiamo conosciuto nel nostro Riad, era lui il viso genuino che accoglieva gli ospiti e gestiva la struttura. Abbiamo passato molto tempo insieme chiacchierando in Inglese (lingua che lui parla perfettamente e che ha studiato da solo, in quanto non poteva permettersi la scuola).
La cosa che più mi ha colpito è che lui non ha nulla, se non un grande cuore. Lavora non stop per circa 200€ al mese (stipendio medio per il Marocco), viene da una famiglia poverissima con madre malata (parte dello stipendio lo spediva a casa), eppure possiede una gioia interiore e una gentilezza che raramente ho visto nelle persone che ho conosciuto.
Said mi ha fatto riflettere: noi siamo fortunati, liberi, ricchi e ci lamentiamo perennemente. Loro non hanno nulla, poveri e senza libertà, eppure hanno poco da lamentarsi!
Siamo ancora in contatto e nonostante di recente ha perso il lavoro vive da un amico e non si perde d’animo.”
“Cosa ti ha colpito di più del viaggio in Marocco? Quali sono i lati negativi e positivi del Paese?”
“Del Marocco mi ha colpita molto la sua gentilezza, la disponibilità della gente e l’originale architettura. Prima di partire credevo avrei avuto paura per le strade, invece sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla bontà della popolazione locale.

Sono stata trattata con molto rispetto e aiutata nelle piccole cose da turista, a partire dalla richiesta di informazioni fino agli avvertimenti sui costi, sulle situazioni che avrebbero potuto essere “fregature”, per finire con i semplici ma mai scontati consigli.
I Marocchini inoltre hanno uno spiccato senso dell’umorismo e sono molto attaccati alla loro cultura, motivo per cui cercano simpaticamente di trasmetterla a chiunque.
La Piazza Jam El Fna ad esempio, ogni sera si trasforma in una grande zona di festa, piena di baracchini dove mangiare. I titolari sono molto insistenti nel farti accomodare, ma in realtà se dai un’occhiata ai loro prodotti si ritengono già soddisfatti: vogliono farti vedere con orgoglio cosa sanno fare.
Il secondo giorno di permanenza ho partecipato ad una visita guidata con Hanane, una donna Marocchina che parla perfettamente Italiano in quanto ha vissuto in Sardegna per 10 anni. Ci ha portato in posti che mai avremmo immaginato di vedere a Marrakech, come il Giardino Segreto, oppure Les Nomades, l’impero dei tappeti.
Ci ha raccontato moltissimi aneddoti che difficilmente dimenticheremo. Un esempio? I simboli che troviamo nei tappeti all’interno di una casa al 90% dei casi saranno gli stessi che troveremo sul soffitto poiché rappresentano un collegamento tra cielo e terra.
Un’altra bella esperienza è stata la visita ad Hourika, la città dei Barberi, dove una famiglia del luogo ci ha accolto nella propria casa per offrirci del Tè alla Menta.
Le loro dimore sono completamente diverse dalle nostre, sono costruite in pietra e hanno solo 3 stanze: un salotto/camera da letto nel quale dormono anche in 10, una cucina con solo un fornello e qualche sgabello (in pietra, chiaramente), e l’Hammam (Spa Marocchina presente in ogni casa antica e caratteristica). Non hanno alcun tipo di comfort, ma sono felici.
Gli aspetti negativi che ho riscontrato sono per la maggior parte Politici/Burocratici. Una persona Marocchina ad esempio non può andare in giro con qualcuno che non sia della sua stessa nazionalità, a meno che non si tratti di una guida turistica certificata.
L’abbiamo vissuto sulla nostra pelle con Said: una sera mentre andavamo a cena, sottolineò l’esigenza di camminare almeno a 10 metri di distanza per non dare nell’occhio. Mentre prelevavo dei contanti allo sportello dei poliziotti in borghese nei paraggi si sono accorti della sua presenza e lo hanno portato in questura per fargli delle domande. È stato rilasciato poco dopo sotto ricatto: << Ci porti 70 Dhiram (circa 7 Euro) o verrai processato >>.
Vista la grande povertà purtroppo la maggior parte della gente è corrotta; triste anche se comprensibile.
Altro aspetto discutibile riguarda il permesso per uscire dal loro Paese: se un Marocchino volesse venire in Europa per rimanerci dovrebbe dimostrare di avere almeno 30.000 Euro per ottenere il permesso.
Se uno di loro volesse cambiare vita, anche su invito da parte di una persona Europea e presentando debita richiesta al governo Marocchino, non sarebbe possibile a meno che non dimostri di avere 30.000 Euro (sono tanti per noi, figuriamoci per loro!). Questo è infatti il motivo per cui i Marocchini che incontriamo in Italia sono ricchi o venuti via mare.”
Le difficoltà che affronta questo popolo forse sono troppe per la nobiltà d’animo che li contraddistingue.

“Quali sono secondo te le attrazioni da non perdere in un viaggio in Marocco?”
“L’esperienza dell’Hammam (vedere tante donne nude, dalla testa ai piedi, tutte insieme fa un certo effetto, perché siamo abituati a vederle completamente coperte). Inoltre sono rimasta molto colpita da:
- Le Jardin Secret
- Herboristerie du Paradis (dicono sia l’Erboristeria migliore di Marrakech)
- Il Souk
- Hourika (organizzano gite in giornata)
- La Mamounia (Architettura stupenda)
- La Moschea della Koutoubia (visitabile solo all’esterno)
- La Maisons Des Babouches (negozietto di scarpe caratteristiche lavorate a mano)
- Le Nomades (Casa dei Tappeti)
- Le Jardin Majorelle

“Cosa ti sei portata a casa dal viaggio in Marocco?”
“Indubbiamente un’amicizia fuori dal comune, la gentilezza e la simpatia delle persone e soprattutto una grande consapevolezza che mi insegna ogni giorno qualcosa, soprattutto ad apprezzare tutto quello che un viaggio in Marocco sa dare”.

Storie come quelle di Samantha ci fanno riflettere e di sicuro insegnano tanto, sul viaggio inteso come occasione di confronto, di riflessione, di apprendimento e di crescita.
Ti è capitato di vivere un’esperienza di viaggio che ti è rimasta particolarmente sulla pelle? Raccontacelo nei commenti!
Probabilmente saprai che attualmente siamo in viaggio, impegnati a compiere una impresa non da poco: guidare da Catania a Capo Nord a bordo della nostra piccola utilitaria! Un viaggio che fino ad ora ci ha regalato immense soddisfazioni, e che probabilmente deve ancora stupirci parecchie volte!
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