Gli
incontri tra viaggiatori sono bellissimi, per mille motivi. Ci si confronta, ci si racconta di viaggi, di esperienze, anche di quelle più forti e intense come i
viaggi spirituali in India. Noi non abbiamo ancora avuto il piacere di visitare l’India, ed è per questo che fra una chiacchierata e l’altra abbiamo chiesto ad
Alberto Cancian, amico viaggiatore e grande innamorato dell’India, che cosa significasse fare uno di quei viaggi spirituali in India.
Alberto ci ha risposto con parole cariche di significato e di sentimento, una lettera che abbiamo deciso di riportare qui per tutti coloro che nella vita si sono fatti delle domande sul farsi o non farsi di un viaggio in India.
La lettera è breve ed intensa, leggila tutta d’un fiato e capirai.
Viaggi spirituali in India – Le parole di Alberto Cancian
<< Quando si sono inventati il brand di promozione turistica indiano, nel 2002, ritengo abbiano fatto davvero un capolavoro.
Sì perché l’India, per quanto provi ad assaporarla, viverla e descriverla, continua a sembrarti talmente pazzesca da risultare ‘incredibile’.
Appena metti piede nel Subcontinente vieni avvolto da una nuvola di suoni, odori, colori ed emozioni indescrivibili.
È come se di notte ti rapissero improvvisamente dal tuo cuscino ed in un battibaleno ti teletrasportassero nel bel mezzo della platea di un concerto dei Metallica. I tuoi sensi vengono sovraccaricati ed al momento non riesci nemmeno a realizzare cosa ti stia succedendo attorno.
Senti i clacson strombettare continuamente, i sari delle donne dalla pelle ambrata ti riempiono la vista di colori, i bimbi ti tirano i lembi dei pantaloni a destra e a sinistra, le narici si riempiono degli odori del curry, del dal e degli effluvi dei sistemi fognari alle volte poco efficienti.
Poi entri in un ristorante di strada, le tue fauci sembrano diventare immediatamente quelle di un drago perché ti sei dimenticato di ordinare ‘no spicy’; il chapati allevia illusoriamente le tue sofferenze ed altri bimbi vengono a sorriderti in cerca di aiuto.
Terzani diceva magistralmente che l’India è l’armonia degli opposti, anche dentro il cuore di chiunque inizi a camminarci attraverso.
“Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato.” (Tratto dal libro ‘Un altro giro di giostra’)
Istintivo, inspiegabile, disinteressato.. in una parola direi proprio ‘Incredibile’.

Come si è svolto il tuo viaggio in India?
Ho iniziato il mio viaggio in India a Calcutta, arrivando di notte dalla Birmania con pochi soldi e senza una camera prenotata. Il sonno nel quale ero avvolto prima di entrarci era pieno di schemi occidentalizzati, di dubbi sul diverso, di ataviche paure. L’India ha spazzato via tutto questo, senza pietà.
Ho vagato per il Nord del Subcontinente, spostandomi su treni sovraffollati, incastrato fino a 17 ore su assi di legno compresse dai miliardi di passeggeri che erano passati prima di me.
Ho toccato con mano l’opera eterna di Madre Teresa, visto morire i suoi morenti.
Ecco, la morte credo sia lo schema più forte che l’India riesce a spezzare, come una bolla di sapone che impercettibilmente si dissolve in una miriade di gocce.
Succede in particolare quando inizi a camminare per Varanasi e ti imbatti nelle processioni dei cadaveri verso i ghat.
Mentre quei corpi bruciano davanti ai tuoi occhi rivaluti tutto.
Come ti ha cambiato il viaggio in India?
Tutto ciò che ti circonda diventa più terreno, più insignificante, più limitato, limitato soprattutto nel tempo. Nello stesso istante senti invece che ciò che hai dentro è più vasto, più infinito, non si ferma a quel corpo, non ha limiti, spaziali e temporali. È con quello shock che l’India ti apre le porte alla sua famigerata spiritualità.
La spiritualità non è in India, è dentro ognuno di noi, l’India però possiede la magia di fartela incontrare, una volta e per sempre.
Se la vivi profondamente, con tutto te stesso, se ti abbandoni al destino ed alle sue regole perfettissime, laggiù ti liberi dal superfluo e raggiungi la vera essenza, sta a te coltivarla per il resto della vita.
Potrei parlarti della
festa più pazza del Pianeta, l’Holi, la celebrazione dei colori e dell’amore. 
Oppure farti immaginare
il fascino dei palazzi dei Maharaja di Jaipur e, perché no, il
Taj Mahal della principessa di Agra.

E infine portarti con me fra i bimbi dell’
orfanotrofio del Rajastan, quei furbacchioni indifesi che mi sono entrati nel cuore.

Ma le righe qui sono poche ed il mio libro quasi finito. Sono sicuro che avrò occasione di raccontarti ancora, altre storie, chissà, magari saremo seduti in un chai shop, fra le strade odiose ed adorabili del Paese più ‘incredibile’ del Mondo.
Viaggi spirituali in India – Viaggiare per trovare se stessi?
Quando si parla di viaggi spirituali in India subito ci salta in mente l’immagine di qualcuno barricato dentro un tempio alla ricerca del Nirvana. Per gli appassionati di meditazione questa potrebbe di sicuro essere una meta interessante ed un viaggio carico di significato. Ma non devi necessariamente impostarla in questo modo.
Un viaggio in India rimane pur sempre un viaggio, e come tale ti mette davanti a diversità, confronto, capacità di adattamento e tanta bellezza. Bellezza che spesso trovi nelle cose più quotidiane, più semplici, nei gesti della gente, nel sorriso di un bambino di un orfanotrofio.
Come dice Alberto, “la spiritualità non è in India, è dentro ognuno di noi“, sta a noi cercare quell’angolo di mondo che possa farcela incontrare, nelle sue mille sfaccettature. E l’India è di sicuro uno di quegli angoli di mondo.
I viaggi spirituali in India sono, ogni anno, la missione di moltissimi viaggiatori, che come noi si sono fatti la domanda relativa all’andare o non andare. È vero, raccontata da chi c’è stato, l’India ti mette davanti a molti contrasti, a volte estremi. Ma siamo fermamente convinti che regali molto più di quello che le parole possono descrivere.
Desideriamo ringraziare il nostro caro amico, viaggiatore, Alberto Cancian per le sue profonde parole. Speriamo esse ti abbiano dato degli spunti su cui costruire la tua prossima incredibile esperienza in giro per il mondo!
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Buon viaggio!
F&V