Durante la nostra esplorazione della Polonia, parte delle tappe del nostro viaggio in Europa in auto, non potevamo non fare una visita ai campi di concentramento Auschwitz, meta sulla quale abbiamo riflettuto a lungo prima di andare.

Il campo di concentramento Auschwitz rappresenta un luogo molto particolare che non tutti potrebbero voler visitare, in quanto l’atmosfera che si respira e quello che si osserva all’interno può scuotere di sicuro e turbare l’animo di molti.

Noi abbiamo deciso di visitare i due campi di concentramento perché non volevamo perderci la possibilità di vivere sulla nostra pelle questi luoghi e poter fornire informazioni utili per una visita più produttiva e meno dispersiva.

Ecco perché di seguito ti forniremo dei consigli pratici per scoprire i campi di concentramento Auschwitz e Birkenau al meglio.

campi di concentramento Auschwitz
Il cancello con la scritta “Arbeit Macht Frei” – “Il lavoro rende liberi”

Campi di concentramento Auschwitz – Fai da te o visita guidata?

Cercando informazioni on line sul campo di concentramento Auschwitz avevamo letto ovunque che per entrare bisognava necessariamente prenotare ed essere affiancati da una guida.

Questo non è esattamente vero in quanto, come esplicitato dai cartelloni all’ingresso del campo principale, si può accedere ad entrambi i campi (Auschwitz e Birkenau) gratuitamente, dalle 7:30 alle 10 e dalle 16 alle 18. (Per entrare bisogna comunque passare dal botteghino dove ti sarà richiesto di mostrare un documento per l’emissione del biglietto gratuito, semplice e veloce).

Nella fascia oraria dalle 10 alle 16 vi si accede solo con un tour guidato, che costa 60 zloti a persona, (circa 12€). Tuttavia se dovessi entrare nella fascia oraria gratuita e trattenerti anche l’intero giorno all’interno nessuno verrebbe a dirti di uscire. I campi fondamentalmente sono gratuiti, quello che paghi è proprio l’affiancamento di una guida.

Giusto per informazione, le dimensioni delle borse consentite all’interno sono di 20x30cm.

Per quanto riguarda l’esplorazione (e la comprensione) dei campi di concentramento Auschwitz avrai a disposizione più scelte:

  • potrai aggregarti ad un gruppo guidato nella lingua che scegli, ce ne sono numerosi e a diversi orari (puoi verificare la disponibilità anche sugli schermi all’ingresso). Le visite guidate sono in tutte le lingue e vanno prenotate dal sito (purtroppo solo in inglese), ma anche per i last minute si può arrivare qui e provare ad agganciarsi al prossimo tour (in base alla disponibilità ovviamente). Per ragioni pratiche ti consigliamo di andare molto presto, essendo un sito parecchio frequentato si possono creare code, e quando si convogliano i gruppi le stanze del museo diventano quasi impraticabili;
  • nel caso in cui tu voglia affrontare la visita in totale autonomia, se parli e leggi bene l’inglese in prossimità di ogni blocco visitabile all’interno del campo vi sono racconti e spiegazioni che anticipano ciò che vedrai;
  • in alternativa puoi comprare presso il bookstore del museo la guida ufficiale dei campi di concentramento Auschwitz al costo di 25 zloti (circa 5€), che ti spiegherà con chiarezza e dettaglio tutte le aree all’interno dei musei e dei percorsi ricreati.
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I monitor che indicano la disponibilità per tour guidati all’interno del campo di concentramento Auchwitz

Cosa aspettarsi dai campi di concentramento Auschwitz? – La struttura interna dei campi

Per darti un’idea più chiara di quello che andrai a visitare, sappi che i campi sono suddivisi tra Auschwitz I e II (meglio conosciuto come Birkenau), i quali distano l’uno dall’altro di circa 3km.

Entrambi i campi hanno un parcheggio annesso che costa 13 zloti per l’intera giornata (circa 3€), e che sono indipendenti, quindi non puoi utilizzare il biglietto di uno dei parcheggi per recarti all’altro.

La navetta gratuita per raggiungere Birkenau dal campo di concentramento Auschwitz I

Per spostarti tra un campo e l’altro puoi però utilizzare la navetta gratuita che dalle 10 in poi effettua la tratta Auschwitz-Birkenau-Auschwitz in rotazione continua.

La struttura di Auschwitz 1 è composta da diversi edifici numerati chiamati ‘blocchi’, dentro ai quali sono allestiti dei percorsi tematici che spaziano dalla vita del prigioniero agli effetti personali, alle riproduzioni delle camerate e così via. Non tutti i blocchi sono visitabili, ma puoi girare liberamente all’interno del campo senza restrizioni.

In questo campo venivano detenuti i prigionieri, costretti ogni giorno ai lavori forzati correlati alla costruzione del nuovo campo e ad ogni sorta di sfruttamento dei materiali e dei possedimenti appartenuti ai Polacchi, catturati e depredati delle loro proprietà.

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I viali del campo di concentramento Auschwitz

Il campo aveva una struttura autonoma con cucine, sale, magazzini, uffici, un vero e proprio carcere con celle di isolamento e di tortura, una sorta di ospedale dove i pazienti venivano sottoposti ad esperimenti vari (come quello di sterilizzazione sulle donne o altri di varia natura applicati sui bambini).

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I viali interni del campo di concentramento Auschwitz

Non si tratta di un grandissimo campo ma si cammina tanto fra i blocchi e si legge tanto, dalle testimonianze, ai reperti storici, ai trattati e così via. La visita completa potrebbe prenderti circa 3 ore.

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Il percorso pedonale fra le due barriere di filo spinato elettrificato nel campo di concentramento Auschwitz

Quanto a Birkenau invece ha una struttura diversa e molto più dispersiva.

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L’ingresso del campo di concentramento Auschwitz II (Birkenau)

Il campo di Birkenau fu costruito proprio dai lavori forzati dei prigionieri del campo di concentramento Auschwitz negli anni della guerra e seguiva un modello che rispondeva maggiormente alle ‘esigenze’ gestionali che si erano create.

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I viali del campo di concentramento di Auschwitz II (Birkenau)

Birkenau nasce in un appezzamento di terra di 21 ettari, diviso in due aree principali tagliate da una ferrovia.

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La zona B1, sulla sinistra dell’ingresso, concentra magazzini e altri edifici, insieme ad una parte delle capanne di legno utilizzate come dormitori dei prigionieri, perlopiù ora distrutte. Le ex capanne sono tuttavia ancora identificabili dalle canne fumarie in mattoncini rimaste più o meno integre.

Le zone B2 e B3, sulla destra dell’ingresso, concentrano la maggior parte dei dormitori, perlopiù distrutti, e i grandi viali che i prigionieri percorrevano giornalmente.

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I viali del campo di concentramento Auschwitz II (Birkenau)

Alla fine del campo invece si trovano i resti della struttura portante del campo, quella che raccoglieva le camere a gas, i forni crematori e varie strutture di contenimento dove i prigionieri venivano fatti spogliare o sottoposti a trattamenti sperimentali.

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La piattaforma finale della linea ferroviaria che conduceva i prigionieri alle camere a gas del campo di concentramento Auschwitz II (Birkenau)

Anche la linea ferroviaria si interrompe qui in quanto era proprio questo il punto dove venivano fatti scendere i passeggeri dei treni, per poi essere smistati e mandati direttamente nelle camere a gas. In linea di massima i treni venivano fermati a metà del percorso per la ‘selezione’, che mirava a trattenere i prigionieri in salute che potevano rappresentare forza-lavoro, e mandare avanti tutti quelli che non avrebbero prodotto utilità ai campi come anziani, donne e bambini.

A volte tuttavia i treni non passavano neanche la selezione e si dirigevano direttamente alla fine del percorso.

Oggi qui non ci sono che rovine, seppur ancora perfettamente identificabili, in quanto alla fine della guerra la struttura principale venne distrutta con della dinamite dallo stesso gruppo dei creatori, per poter coprire le prove dei loro crimini di guerra ai danni dell’umanità.

In questo punto è sorto un monumento alla memoria, che a questo punto della visita sigla il capitolo di atrocità viste e respirate durante l’esplorazione dei campi di concentramento Auschwitz.

Il memoriale del dolore a Birkenau

La storia che nessuno conosce dei campi di concentramento Auschwitz

Per quanto la visita ai campi di concentramento Auschwitz sia cruenta, straziante e dolorosa è di sicuro qualcosa che fa riflettere molto e che insegna tantissimo.

A partire da tutto quello che abbiamo appreso sulla gestione reale del campo di concentramento Auschwitz, per continuare con i dettagli storico-politici legati ad essi, viverli di persona non è come leggerlo nei libri di storia. Libri che peraltro tendono ad omettere e spesso oscurare alcuni particolari di questa guerra, come ad esempio il tragico coinvolgimento della Polonia nelle vittime di guerra.

La Polonia ha pagato tantissimo, all’interno dei campi, per colpa dei campi, per liberarsi dei campi.

Sono stati centinaia di migliaia i Polacchi catturati, sottoposti ai lavori forzati, privati delle loro proprietà e infine torturati e uccisi durante la guerra, trattati al pari degli ebrei (se non per il numero delle vittime fra gli ebrei che ammonta ad oltre 1 milione nei soli campi di concentramento Auschwitz).

Il governo del Fuhrer intendeva appropriarsi interamente della Polonia e depredarla totalmente della sua identità di Stato, rafforzato anche dalla devastazione di Varsavia, rasa al suolo negli anni dal 1939 al 1943.

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“Mi sto tenendo pronto.. le mie unità di morte, ad uccidere uomini donne e bambini polacchi di nascita e di lingua polacca, senza pietà o misericordia .. la Polonia verrà depopolata e i tedeschi si stabiliranno li” – Adolf Hitler, 22/08/1939

Intendeva fare lo stesso anche con la Russia, ma ciò rappresentava una sfida più ampia sia dal punto di vista territoriale che di tempistiche e forza bellica richiesta.

In tutto questo la Polonia fu la prima ad essere schiacciata, e la prima anche a tirar su la testa con i movimenti anti-Reich per poter distruggere la fabbrica di morte di Auschwitz e Birkenau.

Il campo di concentramento Auschwitz e quello di Birkenau peraltro non sono gli unici, nella figura sotto potrai osservare gli altri presenti in Polonia, ma ve n’erano numerosi sparsi tra Francia, Germania, Austria, Norvegia, Belgio, Paesi Bassi, Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina, Serbia, Repubblica Ceca, Bielorussia, e addirittura qualcuno in Italia.

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La legenda dei campi di concentramento in Polonia

Molti di essi sono ancora visitabili e si separano per campi di concentramento, campi di prigionia e transito, campi di raggruppamento, campi di lavoro e campi di sterminio.

Ultima riflessione – Consiglieremmo di visitare i campi di concentramento Auschwitz?

Questa è una decisione che dovrai prendere sulla base della tua sensibilità e di quanto vuoi ‘vivere’ questo contesto. Noi lo consigliamo di certo per i motivi che ti abbiamo citato e perché in fondo, fa male ma serve a capire di cosa è capace l’uomo, gli errori che abbiamo fatto e quelli che non dobbiamo più fare, anche applicato alla vita di tutti i giorni.

La visita ai campi di concentramento Auschwitz ti cambia, ti rende più sensibile e attento alla libertà individuale, al concetto stesso di poter vivere liberamente una realtà che spesso non apprezziamo fino in fondo.

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Speriamo che queste informazioni pratiche possano rendere la tua visita più semplice e pratica, al fine di calarti appieno nel clima di riflessione che richiede questa visita.

L’ultimo consiglio, non per importanza, è relativo al rispetto per questi luoghi.

Durante la nostra visita al campo di concentramento Auschwitz abbiamo osservato gente che scattava selfie con dietro i cartelloni che ritraevano le vittime, foto con gambe scoperte sui binari che conducevano alle camere a gas.

Ricorda di mostrare, con l’abbigliamento e l’atteggiamento, il giusto rispetto per tutte le persone che in questi campi hanno vissuto uno degli incubi più brutti della storia dell’intera umanità.

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