Stai pensando di visitare Marrakech e ti piacerebbe fare un tour nel deserto del Marocco? Per noi è stata una delle esperienze più belle mai fatte: la quantità e la diversità di cose che abbiamo visto, le persone conosciute e la bellezza del territorio ci hanno fatto sentire letteralmente in un altro pianeta!
Ti stai chiedendo cosa si visita durante il tour nel deserto del Marocco? Vale la pena andare in autonomia o conviene affidarsi a qualcuno? Qui di seguito ti raccontiamo la nostra esperienza insieme ad alcuni consigli pratici.
Prima ancora di entrare nel vivo del discorso, ricorda di attivare una copertura assicurativa che ti faccia viaggiare senza pensieri; in viaggio non sai mai che imprevisti possono capitare ed è sempre meglio prevenire che curare! Questa è la soluzione a cui ci appoggiamo noi, semplice, trasparente ed economica. Detto questo, scopriamo subito l’affascinante deserto del Marocco!

Il tour nel deserto del Marocco – Un viaggio nel viaggio
Eravamo già in Marocco da diverse settimane, e per iniziare il tour nel deserto siamo partiti proprio da Marrakech; il nostro driver ci aspettava in Piazza Jamaa El-fna, il cuore pulsante della città, la stessa piazza che al tramonto si colora di arancio. A proposito, ci segui già su Instagram? Ogni giorno nelle stories raccontiamo nuovi pezzi di mondo (siamo quasi sempre in viaggio).
Il tour nel deserto del Marocco comincia con grandi tornanti che allontanandosi da Marrakech ti conducono a ridosso dei Monti Atlas, l’imponente catena montuosa Marocchina. Il tratto di strada che collega ad Ouarzazate (una delle prime tappe del tour) è decisamente la più complicata dell’intero itinerario, complici anche i lavori in corso per l’ampliamento della carreggiata, la cui fine è prevista intorno al 2024.
Dopo quel tratto le strade si fanno dritte e pianeggianti, rendendo la guida molto più piacevole e semplice. Nonostante i mille tornanti e i rallentamenti vari tuttavia, la vista panoramica che ottieni da qui è bella da giustificare tutto e capace di farti pregustare ciò che vedi nel corso del tour nel deserto. Le vallate cambiano velocemente colore e da rosso passano a nero, poi grigio, poi ancora dorato e così via.

Lungo la via per Ouarzazate (si pronuncia Uarzezet) il nostro driver, Mimoune, un ragazzo Berbero di 31 anni che parla 4 lingue, faceva diverse soste per farci ammirare il paesaggio, inclusi i campi di hennè, alcune gole nascoste, gli incredibili villaggi Berberi arroccati dentro i canyon, le piantagioni con cui le popolazioni nomadi si procurano cibo e molto altro.
Attraversare queste zone ti mostra una realtà tanto lontana da farti chiedere quanto si possa essere diversi ad appena un aereo di distanza. I locali si muovono a bordo di asini, che usano anche per il trasporto di materiali e provviste; si cibano di ortaggi che spesso coltivano loro stessi, carne di pecora, agnello, bovino, pollo e formaggi di capra. La cucina Marocchina è piuttosto basilare, ne abbiamo parlato meglio nell’articolo dedicato a cosa mangiare in Marocco.

Telouat e Ait Ben Haddou – Il deserto del Marocco si mette in mostra
Una delle prime tappe che facciamo nel deserto del Marocco è la Kasbah di Telouat, un’antica abitazione di personaggi di rilievo della società (come le altre Kasbah). L’ingresso a questa kasbah costa 20 Dirham, circa 2€. La struttura ha stanze vuote, un cortile indebolito dal tempo e scale interne che si arrampicano verso il cuore dell’edificio, la parte che abbiamo apprezzato di più.
La sala principale è elegante e lascia trasparire lo splendore di un tempo; i disegni del marmo dai vari colori sono molto fantasiosi e abbelliscono tutto. Dalla finestra si vede anche il piccolo villaggio di Telouat.

Ci fermiamo a pranzo in un ristorantino nei paraggi della Kasbah, il quale propone solo menù completi composti da insalata d’antipasto, un piatto unico a scelta tra tajine e cous cous e un piatto di frutta. Ne dividiamo uno in due (la colazione è stata particolarmente abbondante, come sempre in Marocco); 110 Dirham, circa 11€.
Riprendiamo a guidare e dopo qualche ora raggiungiamo la straordinaria Ait Ben Haddou, sito inserito fra i Beni Patrimonio Unesco dell’Umanità per via della sua bellezza, originalità e spettacolare fattezza. Oltre ad essere unico al mondo, Ait Ben Haddou è stato set di numerosi film di Hollywood come Il Gladiatore, La Mummia, Il Trono di Spade e così via.
Si tratta di un Ksar, una città fortificata piena di Kasbah (perlopiù disabitate, con diverse in stato di abbandono purtroppo); il piccolo villaggio si sviluppa a ridosso di un monte che si può scalare facilmente a piedi in circa 15 minuti, semplicemente passeggiando tra le strette vie interne dove si trovano negozietti con souvenir tipici. Da lassù si ottiene anche una bellissima vista panoramica sulla verde valle circostante, in armonioso contrasto con il color terra del villaggio.

Gli edifici di Ait Ben Haddou sono costruiti in paglia e fango e nonostante l’usura degli agenti atmosferici, per la maggior parte si conservano ancora in ottimo stato. Non si sa esattamente quanto sia antica ma si sa che in passato aveva la funzione di dogana, in quanto punto di collegamento fra Marrakech e i villaggi del deserto. Decisamente uno degli spettacoli più belli e fantasiosi di tutto il Marocco, nonché dei viaggi degli ultimi anni!

Ouarzazate dal suo lato è un piccolo comune molto simile alla zona nuova di Marrakech, seppur molto più racconto e dai ritmi rilassati. Ci fermiamo per la notte all’hotel Oz Palace, una delle strutture più principesche in cui abbiamo mai pernottato (che non ti aspetteresti mai di vedere a Ouarzazate!!).
L’Oz Palace, aperto appena alla fine del 2019, ci ha impressionati con 14 suite bellissime, su 3 piani, alcune con un letti matrimoniali a 3 piazze (non sapevamo come riempirlo! 😄). La struttura è degna di un museo, vetri colorati, pilastri simmetrici, un immenso giardino con ogni sorta di pianta esotica e una grande piscina (poteva mancare?!). Strabiliante.
A cena menù a base di specialità tipiche e malgrado la nostra notevole insofferenza nei confronti della cucina Marocchina che da 3 settimane ci riproponeva (gira e rigira) le stesse pietanze, qui i piatti avevano un sapore molto più profondo, più autentico e verace. Tutto buonissimo e servizio eccellente.
Il secondo giorno nel deserto del Marocco – Le forme e i colori più caratteristici
A differenza di Marrakech, nel deserto del Marocco non ci sono moschee che diffondono la preghiera dai megafoni alle prime luci dell’alba, per cui dopo diverse settimane ci godiamo una lunga notte di riposo indisturbato e al risveglio ci avrebbe atteso una consistente colazione.
Come sempre al mattino hai la certezza di trovare a tavola almeno due varianti di pancake, uova sode, succo d’arancia, torte, yogurt, pane, olive, crepes, un vassoio di marmellate, burro, miele e chissà che altro 😄.
Come prima tappa raggiungiamo la Kasbah di Taourirt: l’ingresso costa 20 Dirham e la struttura si presenta anche in questo caso prevalentemente vuota, con all’interno quadri in vendita realizzati da pittori locali. Fare un giro all’interno è piacevole, le stanze hanno tagli assurdi e passano repentinamente da tetti bassi a tetti alti, corridoi minuscoli e strette scalinate che portano a sgabuzzini; un piccolo labirinto.

Ci rimettiamo in marcia e dal finestrino notiamo quella che scopriamo essere la piantagione di palme da datteri (piantate dall’uomo) più lunga del Marocco, qualcosa come 400 km di palme o forse più. Palme su palme, in un disegno infinito e sempre variopinto. I datteri qui rappresentano un vero business e sono molto consumati dai Marocchini, i quali sopratutto nel periodo del Ramadan (fra le varie obbligazioni) ne consumano omogeneamente notevoli quantità.
Sprofondiamo sempre più nel deserto del Marocco e raggiungiamo Zagora (si pronuncia Zagura), dove le palme continuano incessanti e hanno sempre una qualche montagna dalla forma originale nello sfondo.

Mimoune ci porta a vedere una fabbrica dove viene prodotta la particolare ceramica del Marocco, la Maison de Poterie di Tamegroute (un piccolo paesino sperduto fra le aride distese), nella quale ci viene mostrato il processo produttivo nella sua più autentica versione. L’argilla con cui vengono infatti realizzate tazze, piatti e tajine delle varie dimensioni, viene raccolta dai fondali del fiume.
L’argilla viene modellata a mano nelle varie forme, conservate per giorni ad asciugare e seccare. Una volta dure vengono “cucinate” sopra (non dentro) forni realizzati anch’essi d’argilla, alimentati dai rami secchi delle stesse palme di cui dispongono in abbondanza.
L’argilla assume dapprima un colore verde lucido, per poi essere dipinta successivamente nelle varie colorazioni e fantasie. Un processo tanto affascinante quanto difficile!

Al centro di Zagora ci aspetta il Riad dove passiamo la notte, immerso negli infiniti campi di palme da datteri. Il Riad Zagora Palms è una struttura modesta che conserva quel fascino della casetta in campagna in cui vai troppo di rado per via dei mille impegni della vita. Un ampio selciato offre ombra nelle giornate più calde e un’ampia piscina spicca nel giardino pieno di palme.

Le camere del Riad Zagora Palms sono ampie e tutto quello che riusciamo a sentire è il canto dei mille uccellini sugli alberi. Il tramonto arriva puntuale ed è seguito da una grande tajine di pollo, molto più gustosa di tante che abbiamo assaggiato in città (i berberi sono decisamente più abbondanti nei condimenti, e pure più fantasiosi).
Il deserto del Marocco fra touareg e storia passata
Le abbondanti colazioni sono una vera droga e fra i tipici msemen, uova sode, omelette, brioches calde, yogurt, succhi d’arancia e tutto il tripudio di sapori che ci viene messo in tavola, ci alziamo con un carico di energie col quale potremmo raggiungere il deserto di Merzouga a piedi 😄.
Fortuna che non è necessario e prima di pranzo raggiungiamo il piccolo paese di Rissani, alle porte del deserto. Qui facciamo una breve sosta in un piccolo museo che si rivela interessantissimo, la Maison Touareg, dove facciamo il carico di informazioni e scopriamo molti dettagli presenti e passati sul deserto e sui popoli che lo popolano da secoli.
Scopriamo che la parola touareg significa “senza fissa dimora”, e che la lingua che parlano gli abitanti del deserto affonda le radici nei tessuti più che nella tradizionale grammatica. I tappeti Berberi che ci vengono mostrati sono di una bellezza ed originalità difficili da raccontare a parole: nei vari intrecci, anche di stoffe differenti, ottenute in periodi dell’anno differenti, sono nascosti simboli che richiamano al deserto, agli animali, alle stagioni, alla storia delle famiglie che li hanno tessuti.
Fra arnesi utilizzati in passato e teli di pelo di capra tessuti a mano ci rendiamo conto di quanto non sia stato facile per l’uomo adattarsi ad un ambiente complesso (e se vogliamo anche un po’ ostile) come quello del deserto, dove regnano sabbia sottile, sole e scorpioni.
Affondare i piedi nel cuore del deserto del Marocco
Raggiungiamo velocemente Merzouga, dove ci aspetta il nostro campo tendato. Questo punto del mondo è totalmente remoto e fuori dalle dinamiche della civiltà che conosciamo. I vari gruppi di dromedari seguiti dal “pastore” contribuiscono ad accentuare questo bizzarro quadretto.
La sabbia del deserto del Marocco, bellissima già dal finestrino, è ancora più affascinante quando te la fai scorrere fra le dita, figurati quando cel’hai davanti la porta! 😁 Il Merzouga Luxury Desert Camp ospita dei lodge matrimoniali con bagno e doccia interni, nonché corrente elettrica e persino l’aria condizionata.
La disposizione dei lodge è a cerchio e tutti si affacciano verso lo spazio interno, arricchito da grandi tappeti e un fuoco centrale che scalda le notti illuminate di stelle. Una grande tenda è posizionata sulla collinetta ed ospita il locale dove vengono serviti i pasti e tutti i tè alla menta che puoi voler bere.

Scarichiamo velocemente i bagagli e ci fiondiamo sulle dune, completamente catturati dalla stranezza e l’originalità delle forme: abbiamo davanti uno dei paesaggi più belli e affascinanti mai visti! Ci innamoriamo a tal punto del panorama che ne approfittiamo per realizzare il video che vedi sotto, speriamo ti piaccia! Iscriviti al nostro canale YouTube per non perdere gli altri appuntamenti!
Il tramonto arriva più in fretta di quanto avremmo voluto e per godercelo appieno, ci sediamo su un’alta duna a guardare il campo dall’alto e le forme che il sole disegna sulla sabbia mentre scompare all’orizzonte.
La cena al campo tendato di Merzouga si rivela una delle più buone dell’intero mese di permanenza in Marocco: ci vengono servite due diverse tajine, una di manzo e una di verdure grigliate al formaggio, entrambe dai sapori decisamente più contaminati rispetto ai piatti tradizionali che avevamo assaggiato nelle varie città. Cena straordinaria!!
Ci fermiamo per qualche momento fuori, riscaldati dal fuoco al centro del campo, ad osservare uno dei cieli più belli che abbiamo mai visto. Ci sembrava di vedere le stelle per la prima volta.
Verso Todra e le strade panoramiche del deserto
Il quarto giorno nel deserto del Marocco comincia presto, ancor prima dell’alba, che infatti si fa vedere dopo le 8. Siamo già in piedi e osserviamo le sfumature di luce che cominciano ad illuminare la distesa di dune, in attesa che il sole spunti trafiggendo il paesaggio coi suoi raggi.

Facciamo colazione (anche qui non poteva mancare una buona omelette realizzata nella tajine) e lasciamo il deserto con un sentimento che spazia dal “non voglio andare via” al “torneremo prima possibile”. Quel paesaggio ci è rimasto dentro come pochi, ti fa davvero sentire l’esigenza di immergerti nella sua intimità e solitudine e respirarle il più possibile.

Fortuna che, per i prossimi viaggi, ci rimane da vedere il deserto di Erg-Chegaga, anche quello nei paraggi ma a detta di Maimoune ‘molto più pieno di dune‘; proprio quello su cui fantastichiamo! Ci ripromettiamo di tornare, e solo con questo compromesso riusciamo a lasciare lo straordinario scenario con un sorriso sulle labbra. Prima di andare, non poteva mancare un selfie con i beduini più simpatici e poliglotti che potevamo incontrare (parlano 7 lingue ciascuno😳).

La jeep sfreccia tra le colline e passa in mezzo a villaggi berberi ormai in rovina, un tempo vissuti anche se collocati in luoghi in cui ci chiediamo come sia addirittura arrivato l’uomo. Stiamo andando a conoscere una famiglia touareg che vive in una radura nei paraggi, quasi al confine con l’Algeria.
Raggiunto il piccolo accampamento familiare ci rendiamo conto di essere ufficialmente in un altro pianeta. Una famiglia di 5 persone, genitori e 3 figlioletti di 11/7/3 anni, vivono in compagnia di caprette e un asino in uno spazio grande almeno 5 campi di calcio, in piccole tende che utilizzano come cucina, camera da letto (una per tutti), magazzino per le scorte e un bagno/doccia di 1mt quadro in cui per entrare devi stare in ginocchio.

La realtà ci colpisce come un pugno allo stomaco e mentre guardiamo i sorrisi dei bimbi dal viso impolverato ci rendiamo conto di quanto sia semplice la vita e di quanto a volte possa bastare poco a rendere l’uomo felice anche nella totale assenza di elementi esterni.
La radura si estende a perdita d’occhio e dopo un buonissimo tè alla menta che non rifiutiamo, Mimoune ci porta in cima ad una collina dalla quale vediamo una immensa distesa di dune, con qualche campo tendato qua e la, e alle spalle una linea di monti che rappresenta il confine con l’Algeria. Ci sentiamo davvero in cima al mondo.
La strada di ritorno verso Marrakech è lunga e non mancano le cose da vedere in mezzo; per cui tra una mandria di dromedari e l’altra raggiungiamo in qualche ora il paesino di Tinghir (si pronuncia Ting-rhir), dove ci aspettano le famose Gole del Todra (si pronuncia “Tudrà”).
Le gole si presentano con imponenti montagne solcate da un corso d’acqua, con a fianco delle caratteristiche Kasbah; inoltre accolgono appassionati e sportivi che si dedicano al rock climbing.

Ci rimettiamo in movimento verso la nostra prossima tappa, il piccolo comune di Boumalne Dades, dove Mimoune ferma la macchina e ci indica una valle molto particolare. I villaggi del deserto del Marocco hanno forme e colori simili tra di loro, ma quando ne vedi uno come Boumalne Dades hai bisogno di almeno 10 minuti per osservarlo.
La cittadina riempie un’ampia vallata con numerosissime costruzioni di paglia e fango tra le quali spiccano sempre le molte kasbah. Lo scenario in sé sembra una cartolina di altri tempi.
L’ultima tappa della giornata è la cittadina di Skoura, che raggiungiamo appena dopo il tramonto. La struttura dove pernottiamo si chiama L’Ma Lodge, una vera oasi nel deserto.
La proprietaria, una donna Belga trasferitasi in Marocco più di 15 anni fa, Vanessa (simpaticissima), ci accompagna lungo il grande giardino fatto di palme e angoli relax con tappeti e grossi cuscini, raccontandoci di come nel punto dove ora sorge il resort un tempo c’era solo un arido campetto di calcio arrangiato.
La sera arriva prima che ce ne rendiamo conto e ci godiamo un’altra eccellente cena. La cucina al Lodge non è solo Marocchina bensì una originale fusione con i sapori europei (Vanessa si diverte a contaminare, e fa benissimo dato il risultato!!😁).
Ci vengono serviti: insalata di lattuga, pomodoro, datteri, noci, formaggio di capra e fichi secchi (semplicemente straordinaria) insieme ad una squisita (ed enorme) tajine di manzo tenerissimo con zucchine e vermicelli. Una cena semplicemente meravigliosa.
Ci risvegliamo qualche ora dopo circondati da palme e ci rimettiamo in marcia verso Marrakech. La città è bellissima (e anche piacevolmente folle), ma quello che vivi nel deserto del Marocco ti resta dentro per moltissimi motivi. Paesaggi mozzafiato, ambientazioni da favola, persone fuori dal comune e un’atmosfera che ti fa sentire su un pianeta parallelo.
Visiterai il deserto del Marocco nel prossimo futuro?
Questo racconto ti ha fatto pregustare le bellezze del deserto del Marocco? Malgrado i nostri migliori sforzi di raccontare l’esperienza, possiamo garantirti che ciò che ti aspetta nel deserto del Marocco supera di gran lunga quello che si può esprimere a parole.

Se vuoi pianificare la tua esplorazione in Marocco abbiamo una buona notizia e qualche consiglio pratico da darti!
Innanzitutto se hai voglia di visitare queste zone ma non vuoi organizzare fai da te sappi che puoi visitare il Marocco insieme a noi!! Il viaggio di gruppo è on line, dal 29 Settembre al 5 Ottobre 2020 potrai scoprire Marrakech e il deserto del Marocco con noi, ad un prezzo incredibile!! Scopri qui il programma completo.
Se vuoi organizzarti in autonomia, il tour che abbiamo fatto nel deserto del Marocco si chiama “M’Hamid 4 days trip”, curato dall’agenzia Sahara Experience, la quale è stata felice di mettere a disposizione uno sconto del 10 o 20% (in base alla stagione). Per usufruirne ti basterà inviare una richiesta con le date in cui vorresti prenotare a questo indirizzo mail, inserendo come oggetto “POSITIVE SAHARA”.
Lo sconto non ha una scadenza ed è cumulativo ad altri sconti che la stessa agenzia ha messo a disposizione, come ad esempio quello inerente al Riad Les Jardins de Mouassine, dove abbiamo alloggiato al nostro arrivo a Marrakech; centralissimo, molto grazioso e dal servizio eccezionale. Anche in questo caso, se volessi usufruire dello sconto del 10 o 20% (in base alla stagione) ti basterà mandare richiesta a questo indirizzo mail inserendo come oggetto “POSITIVE JDM”.

Se non hai ancora prenotato i voli aerei dai un’occhiata a Skyscanner, in pochi click ti fa intercettare le combinazioni più economiche e convenienti.
Ricorda anche che in Marocco non c’è l’euro, per cui se paghi con i normali bancomat italiani ti vengono addebitati dei fastidiosi costi aggiuntivi dovuti al cambio valuta, cosa che siamo riusciti ad evitare solo usando una N26. Si tratta di una carta prepagata gratuita (senza costi di nessun tipo, mai) che ti permette di pagare senza le commissioni sul cambio valuta. Se la richiedi attraverso il nostro codice invito ottieni anche un bonus di benvenuto di 10€ (che ti verrà accreditato dopo il primo pagamento di almeno 15€).
Se ami i viaggi vieni a trovarci su Instagram, è li che pubblichiamo gli scatti più belli ed è li che ogni giorno nelle stories raccontiamo nuovi pezzi di mondo insieme a curiosità, sapori tipici e consigli pratici! Ti aspettiamo li!
Hai mai sentito parlare del deserto di Agafay, ad appena 45 minuti da Marrakech? Te lo raccontiamo qui.