È proprio Catania, la nostra città natia, ad essere stata lodata a livello mondiale dalla celebre testata giornalistica americana New York Times, in seguito ad un viaggio nella nostra isola vissuto dal giornalista @Lucas Peterson.
Il giornalista americano, catturato dal fascino intramontabile della Sicilia ha scoperto e “assaporato” diverse cittadine dell’isola per poi scriverne sulla famosa testata elogiando la cucina e il folklore di una terra che non perde mai la sua impronta mediterranea e dinamica.
Cosa avrà suscitato la città di Catania in questo particolare visitatore? 

Catania la città Siciliana che colpisce il New York Times
Il giornalista, nel 2018 si trova a visitare diverse città italiane per la rubrica giornalistica che cura per conto del New York Times, @FrugalTraveler, la quale punta un occhio sul viaggiare low cost.
Egli inizia la sua esplorazione nella terra della Trinacria approdando proprio a Catania, la seconda città in Sicilia, posizionata all’ombra del vulcano. Città che, come dice lui stesso “malgrado non goda della stessa attenzione dedicata a Palermo, pullula di sofisticata architettura, gloriosi mercati, abbondanza di eventi culturali e secoli di storia alle spalle che ripercorrono le orme della colonia Greca che fu in tempi remoti” (fonte New York Times).
Il giornalista sostiene che nonostante il valore altalenante dell’euro degli ultimi periodi, un viaggio a Catania ha costi relativamente abbordabili e alla portata di tutti.
Racconta che nel momento in cui scende dal traghetto viene avvolto dai profumi inaspettati di una terra nuova, dai venditori di granita, dai negozi che vendono pasta fresca, dai motorini che sfrecciano nel traffico e dai muri ricoperti di graffiti; insomma una cartolina di tutto rispetto per essere solo un primo impatto con la città.
La brezza del mare che lo investiva passeggiando lungo la costa lo accompagnò verso il centro città. 

Le colazioni con vista su Piazza Mazzini, racconta il turista entusiasta, hanno dipinto una cornice ai momenti preziosi, contornati da piccoli aspetti della vita cittadina che agli occhi del turisti sono sempre una sorpresa e chiaro simbolo del folklore della nostra terra.
Gli anziani seduti sui gradoni dell’elefante di Piazza Duomo, chiamato “Liotru” in dialetto, simbolo di una generazione che si aggrappa ai simboli della storia e della cultura della città.
Una visita alla Cattedrale del Duomo, chiesa dedicata a Sant’Agata, patrona della città, lo accompagna lungo la storia delle numerose distruzioni e delle ricostruzioni dell’edificio a causa dei vari terremoti, a partire dalla sua versione originale risalente all’11esimo secolo. 

I mercati inoltre catturano l’attenzione con il loro ritmo frenetico seppur scandito dall’abitudine, una tradizione che continua da centinaia d’anni, forse di più.
Il caffé colpisce sempre, e anche questo rientra fra quelle sfumature delle nostre abitudini che ai turisti appare come un dipinto che nessuno riesce a replicare. Peterson dice di essere rimasto affascinato dal macchiato, chissà poi perché.
I monumenti della Catania più vera
Facendo un giro già in Piazza del Duomo si ha accesso a numerosi punti di riferimento della città. Con 3€ è possibile addirittura visitare la cupola, che superata la prova dei 170 scalini, offre una vista-cartolina sul centro città, coronato dal maestoso vulcano Etna, uno dei più grandi vulcani attivi d’Europa.
A Catania é reverenzialmente chiamata “La Signora”, perché per i siciliani l’Etna è donna, proprio come la Natura. 

Malgrado per un residente la vita della città può sembrare frenetica e caotica, a quanto pare agli occhi del giornalista americano i ritmi cittadini appaiono rilassati e piacevoli, frutto evidente del fatto che le vie del centro, fra il pavé, i palazzi dall’impronta barocca e i balconi sporgenti, sanno ancora regalare un pezzo della magia che ha riempito la storia della città.
Uno dei siti che addirittura pochi degli stessi catanesi conoscono è quello delle Terme della Rotonda, ad ingresso gratuito, che nonostante i gravi danni subiti durante la seconda Guerra Mondiale ha ancora quell’atmosfera di patrimonio di ere antiche quanto splendenti. L’edificio termale fu utilizzato nel periodo del sesto secolo d.C. anche come chiesa, rendendola così la più antica della città.
Esso si trova a nord del Teatro Romano, ed incornicia una parte dell’antica Catania che deve essere stata bella la togliere il fiato. 

Costruito nel 1800, il Teatro Massimo Bellini, che prende il nome proprio dal famoso compositore catanese di fama mondiale, delinea le forme della piazza che porta lo stesso nome, dove il giornalista americano rimane piacevolmente sorpreso dallo spettacolo “La Traviata”. 

Il Castello Ursino seguiva nella lista delle attrazioni da vedere, il quale oggi ospita un museo civico e detiene parte del patrimonio artistico di Caravaggio, El Greco, Battistello e altri.

Il giornalista del New York Times si dice particolarmente colpito dalla sensazione che si prova in Italia, in particolar modo in Sicilia, che tutto l’insieme di antichità, storia e cultura e il suo incredibile fascino può risultare addirittura “troppo”, nel senso buono ovviamente. Le gite in città non sono mai scontate, non manca mai l’elemento sorpresa e quando credi di aver visto l’attrazione più bella e sorprendente del tuo soggiorno, ce n’è un’altra pronta a stupirti.
La visita continua con il Museo delle Arti Contemporanee, per poi sfociare a Piazza Federico di Svevia, dove Gammazita, quello spazio in cui la voglia d’arte e quella di divertirsi della sempreverde Catania si incontrano, colpiscono il turista.
A Piazza Federico di Svevia spesso la città si ritrova, canta, balla, si sfida e si diverte, raccogliendo i locali ed accogliendo i turisti che, a detta dello stesso giornalista americano presenta “un piacevole ambiente ecletticamente decorato e un’informale libreria, seguita da un piccolo bar e dal caos che in maniera sinuosa si fa strada nella piazza; un’accogliente e festiva atmosfera”.
Catania e il New York Times – I piatti della tradizione
Durante la visita a Gammazita Peterson riferisce anche di aver gustato una squisita cremosa lasagna alle melanzane.
Beh se non altro Catania sa come prendere i turisti per la gola! 

Evidentemente il nostro uso delle melanzane nei principali piatti della cucina sicula deve averlo colpito in quanto egli stesso riferisce che “i siciliani amano le melanzane”, dopo averle incontrate nei primi e addirittura negli arancini della famosa pasticceria Savia.
Il cannolo alla ricotta concluse un pasto che sebbene fosse composto da soli due elementi lo costringe a “fare una camminata per agevolarne la digestione”. Lo biasimereste? 😄

Noi siciliani questo lo sappiamo bene, come d’altronde succede in altre regioni d’Italia: la nostra cucina è sublime, ma certo non è la più leggera del mondo!
Abbiamo dedicato un intero articolo alla cucina siciliana e ai piatti più tipici ed imperdibili, spunto proprio di una riflessione pubblicata sullo stesso New York Times. Lo trovi su La Sicilia e la sua cucina.
Catania e le sue icone più antiche
Passeggiando per le vie della città i turisti spessissimo si imbattono nel mercato della Pescheria, e successivamente nella fiera di Catania, luoghi che segnano il giornalista al punto tale da prendersi la briga di segnalare la loro posizione (con l’utilizzo di google Maps) all’interno dell’articolo in cui decanta le lodi della città a tutta l’America, e per esteso al mondo intero. Cosa che ci fa estremamente riflettere sull’impatto che la città deve avergli dato.
I mercati di Catania sono sicuramente iconici e molto frequentati, il che li rende particolari ed attrattivi per coloro che leggono in essi una parte del folklore che contraddistingue la città Siciliana.
Dobbiamo essere sinceri, l’effetto sorpresa ha colpito pure noi di ritorno dopo parecchi anni passati all’estero, perché nonostante il tempo Catania non perde le sue abitudini e quel filo immaginario misto di usanze e tradizioni che tacitamente vengono protratte nel tempo ed estese nelle generazioni.
La città cambia, ma rimane aggrappata alle sue origini.
Sei un siciliano orgoglioso? Sei un expat a cui manca la propria città e la propria isola?
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D’altronde un antico detto di Catania è ‘Melior de cinere surgo’, dal latino ‘Dalle ceneri risorgo più forte’, e questo è esattamente il sunto della forte anima di questa città che lotta, che si rialza dalle ceneri e brilla in Italia e nel mondo.
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